martedì 24 agosto 2010

Veggenti o santoni



Generalmente una buona percentuale dei clienti che capitano in negozio credono fermamente che i commessi e le commesse abbiano speciali poteri mentali. Riporto un esempio esplicativo di ciò che è successo oggi:

-Buonasera ha mica questa scarpa del mio numero?-
-...- taccio sconsolato, non ho la telepatia...

Catalogo clienti



Oggi è entrata in negozio una specie rara di cliente ma degna di una breve descrizione.
Ogni cliente è catalogabile, classificabile con determinati criteri che la identificano in una classe o gruppo specifico.
Ci sono quelle svogliate che con una nota di disgusto osservano la merce esposta e disgustatamente se ne vanno, c'è la provatrice folle che getta a terra la scarpa d'esposizione e la prova indipendentemente dalla taglia. Ci sono i clienti che nemmeno provano le scarpe prima di comprarle e chi semplicemente ti vuole incasinare il negozio. Potrei andare avanti in un elenco interminabile.
C'è invece, ed è forse la categoria peggiore che può capitare, la cliente che col semplice fatto di averti detto che due paia di scarpe sicuramente le avrebbe comprate si sente in diritto di sfasciarti tutto il negozio. Riporto la sfacciataggine letteralmente: "due paia di scccarpe me le accatto, ma tu poi rimetti apposto sto casino"
analizziamo gli errori di questa frase (semantici, non grammaticali).
Punto uno: una scarpa o due a me che me frega lo stipendio me lo danno uguale.
Punto due: brutta cafona non è che non voglio tenere in ordine il negozio, tu puoi provare ciò che vuoi nell'ordine e nel rispetto altrui.
Punto tre: l'acquisto di una o più paia di scarpe non ti da diritto alla prova sterile di tutto ciò che ti passa per le mani.
Punto quattro: Maleducata ma che mi sorridi soddisfatta mente mi lasci a terra tutto sto casino di numeri di scarpe mischiati.
Punto cinque: per piacere non tornare mai più!